Il modello dell’analisi della domanda si basa sulla teoria individuo/contesto elaborata da Renzo Carli e Rosa Maria Paniccia.
Gli attori impegnati in una attività “costruiscono” emozionalmente – in termini di simbolizzazione affettiva – gli elementi dell’ambiente (scopi, interessi, dispositivi organizzativi, tecnologia, norme, modelli di comportamento, regole del gioco…) con il quale si rapportano. Vale a dire, la realtà viene rappresentata nei termini delle categorie affettive di cui gli attori dispongono. Tali categorie sono il precipitato delle prime esperienze di vita. Simili esperienze offrono infatti il materiale dal quale vengono estratti modelli prototipici di rapporto fondanti la semiosi inconscia. Esempi di categorie di questo tipo sono: avanti/dietro; grande/piccolo; buono/cattivo; si tratta di classi emozionali ancorate alle prime esperienze di rapporto con il corpo e con le figure di attaccamento.
La teoria individuo/contesto definisce collusione la comune simbolizzazione affettiva dell’ambiente socio-organizzativo. In altri termini, la collusione è la modalità di interpretazione inconscia della realtà; essa non appartiene ai singoli attori, ma è frutto della loro interazione. In questo senso, la collusione può essere considerata l’interfaccia tra individuo e sistema sociale. Gli attori elaborano la realtà anche in termini di categorizzazione. La categorizzazione consente di entrare in relazione con l’ambiente continuamente variabile, di estrarre da esso invarianti significative, dunque di definire criteri di ottimizzazione a fondamento delle strategie di azione. Anche la categorizzazione è un processo di costruzione. Tuttavia, a differenza della simbolizzazione collusiva essa utilizza categorie e criteri condivisi, esplicitati, verificabili nella loro efficacia adattiva. In questo senso, la categorizzazione non porta ad assimilare la realtà al desiderio, quanto l’opposto: a riconoscere la variabilità dell’ambiente e ad utilizzarla nel processo di adattamento. In definitiva, la categorizzazione consente di orientare l’azione allo scopo.
Collusione e categorizzazione interagiscono entro le pratiche discorsive degli attori. Il loro è un rapporto circolare. Da un lato, la collusione orienta i processi di categorizzazione operativa, definendo la cornice di senso entro cui questi ultimi si muovono. Dall’altro, la categorizzazione operativa rende presente alla mente degli attori le richieste della realtà, per come esse sono rappresentabili in ragione della struttura di attività condivisa (gli scopi, i vincoli, le risorse caratterizzanti l’ambito di attività condiviso dagli attori). La risultante di questo rapporto è la cultura locale: il sistema di pensiero (il repertorio di significati e di dispositivi semiotici che lo alimenta) che si realizza e dispiega in modo ricorsivo entro le pratiche dei soggetti: linguaggi, metafore riassuntive di interi universi di significato, immagini, aneddoti, codici, consuetudini e comportamenti, criteri condivisi, regole del gioco; dimensioni di senso, tutte queste, che vengono generate dalla incessante elaborazione discorsiva della realtà orientata dalla simbolizzazione affettiva condivisa.
Due sono le proprietà della nozione di cultura locale che è utile richiamare. In primo luogo, il suo carattere dinamico: la cultura locale è il prodotto del discorso; allo stesso tempo rappresenta il repertorio di significati che gli attori utilizzano per interpretare l’ambiente. In secondo luogo, il suo carattere contingente. E’ questa la caratteristica a cui si riferisce l’attributo “locale”. La cultura di un determinato gruppo sociale non si costruisce una volta per tutte, non si dà come un repertorio definito e definitivo; al contrario, è entro le pratiche discorsive di costruzione di senso che essa viene continuamente e ricorsivamente rielaborata e utilizzata come chiave interpretativa. I modelli culturali disponibili entro un determinato gruppo sociale sono dunque locali non solo e non tanto per le peculiarità dell’ambiente a cui si riferiscono, ma in quanto espressione della storia e del lavoro semiotico del gruppo.